Guardo mia figlia disegnare ed ha lo stesso trasporto di quando corre al parco fra i giochi. Mai mi sognerei di farle uno sgambetto, eppure ogni tanto ho invece la tentazione di correggere il suo disegno.
La mano può calcare fino a bucare la carta oppure passare leggera sul foglio, può muoversi a scatti o sinuosamente, può stringere un pennello o tuffarsi nel colore senza alcun ritegno. E l’occhio può essere attirato dai colori o dal bianco del foglio, meraviglioso come sfondo per immaginare storie! Ognuno disegna col proprio ritmo e dipinge con le proprie sensazioni; sulla tela troviamo il presente, il passato ed il futuro di ogni persona.
L’erba sarà blu perché il mare l’ha baciata ed il cielo sarà nero perché arrabbiato. E la sabbia viola perché oggi le andava di vestirsi in questo modo.
E lasciamoli sfacciatamente così, non insinuiamoci nella libertà che il foglio bianco offre. Credo che scostarsi dalla regola e dall’abitudine sia necessario tanto quanto obbedire e seguire la routine.
Perché invece si chiede così spesso hai bambini di spiegarci i loro disegni? Personalmente, ho sempre mal sopportato le persone che mi chiedono che cosa rappresenta un certo mio dipinto, l’ho sempre trovata una domanda inopportuna, un graffio alla mia sfera privata.
Se i bimbi desidereranno condividere lo faranno di sicuro. Cerchiamo quindi di non ingabbiare la loro creatività all’interno di forme note e dentro ai colori giusti.
Per non ritrovarci fra un paio di anni a consolare un bimbo che ritiene di non saper disegnare ed una manciata di anni dopo alle prese con un ragazzo che si ferma nella risoluzione di un problema di matematica ancor prima di cominciare.
Si dice che i pittori dipingano ed i filosofi parlino di pittura.
Lasciamo dipingere i bambini in totale libertà ed esentiamoci dal voler essere filosofi.