Le virtù non si insegnano

Studio e studio e studio.

Non faccio pressoché altro al momento.

E rinuncio volutamente, non forzatamente, al tempo con le mie bambine.

E non mi sento una cattiva madre, lo giuro.

Anzi, sapete come mi sento?

Una madre che da la possibilità alle proprie figlie di osservare una donna che coltiva interessi, desideri, oltre a quelli che l’essere una mamma comporta. Loro osservano e costruiscono il loro modello di stare al mondo.

Non sto dicendo che questa situazione sia per me facile. A volte è logorante allontanare la voglia del profumo delle mie bimbe, il desiderio di nutrirmi dei loro sorrisi. La stanchezza è difficilmente misurabile ed atteggiamenti nervosi sono sempre sull’uscio.

Tuttavia, la bellezza dell’immergermi nel Sapere, quello Bello, quello difficile, quello sfidante, mi fa sentire bene, viva, soddisfatta. Ed io desidero accompagnare all’adultità le mie bambine mostrando loro cosa significa impegnarsi, duramente, per raggiungere un obiettivo; desidero mostrargli una madre non dispiaciuta di uscire di casa la mattina per tornare la sera, perché andrà a fare qualcosa che le piace fare.

Ho coinvolto mia figlia più grande in questa sfida, affinché possa comprendere al meglio di cosa si sta occupando sua madre: l’ho portata all’università, le ho presentato il professore, l’ho portata in aula studio, le ho mostrato libri e quaderni di esercizi ed appunti. La mamma non scompare, la mamma è in quei luoghi e con quegli oggetti.

Quale occasione migliore per far evolvere in lei il naturalissimo amore per lo studio e per la scoperta?

Mostriamo ai bambini la dedizione e saranno adulti dediti ai loro interessi.

Parliamo ai bambini dei nostri desideri e saranno adulti che coltivano sogni.

Siamo donne coraggiose ed avremo bambini coraggiosi.

Le virtù non si insegnano, si possono solo indossare.

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