Cielo plumbeo. Stazione di Firenze.
Parte del mio cuore a casa, io lontano.
E parte del mio cuore pieno di gioia perché assapora una profonda calma dei pensieri e del cuore, che non sentivo da anni, dalla prima volta in cui sono diventata una mamma.
Bello ritrovarsi a tu per tu con la propria identità di donna, guardarla, osservarla cambiata ed uguale. E mi sento fortunata, perché so di averla conservata integra.
Ho sempre amato viaggiare sola. Viaggiare con le mie figlie è splendido, ma non mi permette di inebriarmi dei miei pensieri. Un pannolino da cambiare, la merenda da preparare, le domande a cui rispondere, la voglia di poppare. La mia attenzione su loro, non su me stessa.
Ho aspettato che le bambine fossero pronte per questo distacco, soprattutto la più piccola, senza forzare i tempi, rispettando i loro bisogni. Ho aspettato che io fossi pronta, non volevo certo partire con una grossa preoccupazione per le loro emozioni. Ho atteso che il mio compagno fosse pronto a contenere con infinito amore e fermezza il desiderio delle bimbe della presenza della mamma.
Ho atteso, non sempre facilmente. Alle volte con frustrazione, a volte con rabbia, a volte con tristezza. Rivolevo la mia libertà. Altre volte ho aspettato con pazienza, tenerezza e comprensione.
Ho sempre rispettato il bisogno di tempo dei bambini per integrare dentro loro stessi l’immagine della madre come figura sicura. La mamma va ma torna sempre. La mamma c’è in ogni luogo anche con la sua assenza. La madre non scompare, rimane sempre un ineguagliabile oggetto di desiderio. A volte non soddisfatto. E ritengo che l’esperienza di separazione dalla madre possa essere per il figlio un arricchimento.
E’ strano, guardo fuori dal finestrino del treno e mi accorgo dell’ambiguità che sento, quasi fossi due. Mi mancano le mie figlie e l’idea di addormentarmi sola questa sera mi stringe il cuore. Allo stesso tempo tuttavia non vedo l’ora di passeggiare sola per Roma, assaporare quella sensazione di leggerezza che il camminare in luoghi sconosciuti mi ha sempre trasmesso.
Buffa a volte la vita di una madre.
Si crede di essere qua ma si è là e quando si è là si vorrebbe essere qui.
Dov’è la madre?